Moto Guzzi festeggia 100 anni. Era il 15 marzo 1921 quando il cavaliere Emanuele Vittorio Parodi, noto armatore genovese, suo figlio Giorgio e l’amico di quest’ultimo Carlo Guzzi presso lo studio del notaio Cassanello, costituiscono a Genova la “Società Anonima Moto Guzzi”.
Un secolo di storia del motociclismo con la capacità di innovare restando fedeli ai propri valori e alle proprie tradizioni. Un secolo di vittorie, personaggi e splendide motociclette.
Moto Guzzi V7 Sport è una di quelle motociclette che è entrata nell’immaginario collettivo. Prodotta nelle versioni Sport, S e S3 dal 1971 al 1976, è stata il modello di punta della casa di Mandello.
La base di partenza fu il modello V7 700 sul quale Tonti e Todero lavorarono realizzando un prototipo da competizione che nel 1969 riuscì a conquistare 19 record mondiali di velocità.
Nel 1971 viene realizzata una pre-serie da inviare ai concessionari. Questi esemplari avevano il telaio verniciato di rosso e la scatola del cambio priva di nervature.
Nel 1972 viene messa in vendita la versione definitiva della V7 Sport. Una moto molto bassa. Il motore è un bicilindrico a V di 90° raffreddato ad aria. Teste e cilindri in lega leggera con canne cromate. Il cambio a 5 rapporti e trasmissione finale a giunto cardanico. Sviluppa 70 cavalli e supera i 200 km/h.
Quando si sale in sella alla Moto Guzzi V7 Sport si rimane colpiti dalle sue ridotte dimensioni. Non sembra una maxi moto con le prestazioni più elevate della sua epoca.
I comandi al manubrio sono purtroppo di scarso livello. Il blocchetto di comando delle luci e del clacson è dello stesso tipo montato sui ciclomotori.
L’avviamento è elettrico e si può comandare sia dalla chiave, con un blocchetto simile a quelli automobilistici, sia da un pulsante posto sul lato destro del manubrio. Le levette dello starter sono due (una per ogni carburatore) e scomode da azionare una volta in sella.
La V7 Sport ha un’ottima ciclistica con il baricentro posizionato molto in basso.
Ottima anche l’elasticità di marcia, nonostante i rapporti del cambio molto lunghi, che permette di riprendere facilmente a tutti i regimi. Quando si superano i 4000 giri il motore sale molto velocemente al regime massimo di 7200 giri. L’unico neo di questa moto è la frenata. Il freno anteriore a tamburo a 4 ganasce, bellissimo esteticamente ma difficile da mettere a punto, non è all’altezza delle prestazioni del motore.
Del solo modello V7 Sport ne sono state realizzate tre versioni: i primi 150 esemplari riconoscibili dal telaio verniciato color rosso, una successiva versione con il telaio nero e le scritte del serbatoio adesive bianche e un’ultima versione con le scritte del serbatoio in rilievo e di materiale plastico.
L’esemplare di questo video è una delle ultime V7 Sport costruite. La forcella è come quella delle versioni successive. All’epoca era commercializzato un apposito kit freni a disco.
Sul mercato collezionistico la V7 Sport ha raggiunto valutazioni piuttosto elevate. I primi 150 esemplari, addirittura, arrivano a quotazioni quasi doppie.
Per buona parte della produzione Moto Guzzi degli anni ’70 e ’80 si è utilizzato il telaio e il motore della V7 Sport quindi è facile trovare esemplari di V7 Sport non originali e che montano quindi ricambi delle versioni successive.
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